Era una domenica sera, di quelle che odorano di noia e pizza fredda. Ma in un capannone abbandonato alla periferia di Ravenna, qualcosa stava per esplodere. Nessuna locandina, nessun permesso, solo un passaparola tra chi sapeva ascoltare. Tre band, un impianto rubacchiato da una sala prove, e una voglia matta di far tremare i muri.
La prima a salire fu I Cavi Storti, punk grezzo e testi urlati contro la scuola, la polizia e le bollette. Poi Nebbia Sporca, sludge metal da sottoscala, con un basso che sembrava un terremoto. Infine Le Spine, trio noise che suona con le spalle al pubblico e le luci spente. Nessuno ha pagato il biglietto. Nessuno ha chiesto il bis. Ma tutti sono usciti con le orecchie che fischiavano e il cuore pieno. Riff Ribelli era lì. Non con una telecamera, ma con l’anima. Perché la musica vera non si trova nei festival patinati, ma nei luoghi dove nessuno guarda. Dove il suono è sporco, ma sincero. Dove ogni riff è un atto di disobbedienza.
Sono un metallaro nato sotto un assolo degli Iron Maiden e cresciuto tra le urla di Slayer e le lacrime di Opeth. Vivo tra concerti, birre calde, riff taglienti e sogni distorti. Questo blog è il mio rifugio, il mio palco, il mio grido. Se ami il metal, la verità cruda e le storie che bruciano, sei nel posto giusto. Riff Ribelli -Dove il Metal Diventa Mito
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