Era notte fonda. Vanni non riusciva a dormire. Dopo aver suonato il Riff Perduto con Ivan, qualcosa era cambiato. I sogni erano diventati distorsioni. Le ombre sembravano muoversi a tempo. E poi, quella mattina, trovò un volantino.
“I Figli del Riff – Tour Europeo 1989”
Date, città, nomi. Ma nessuna di quelle date era mai esistita. Nessun locale, nessuna recensione, nessuna foto. Solo carta ingiallita e un logo che sembrava pulsare.
Vanni lo portò a Ivan. Lui lo fissò a lungo. “Questa è la mia band. Ma quel tour… non è mai partito. Il batterista sparì. Il bassista impazzì. E io… io dimenticai tutto.”
Decisero di cercare gli altri membri. Primo nome: Ruggero “Il Martello”, batterista. Ultimo avvistamento: un camper abbandonato in un parcheggio industriale a Bologna.
Lo trovarono. Il camper era coperto di graffiti, amplificatori rotti e poster strappati. Dentro, Ruggero stava suonando… ma non c’erano strumenti. Solo mani che battevano su superfici invisibili. “Il tour non è mai finito,” disse. “È rimasto sospeso. E ora ci sta chiamando.”
Ivan tremò. “Il Riff Perduto era solo l’inizio. Il tour fantasma vuole tornare. E noi dobbiamo suonare.”
Vanni accese il registratore. “Allora riscriviamo la scaletta. E stavolta, lo suoniamo tutto.”

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