Il giorno dopo la fuga, il cielo sopra Milano era grigio come un amplificatore spento.
Damiano camminava lungo il Naviglio, con la Frequenza tornata al suo posto, ma qualcosa non tornava.
Il Traditore non era solo un ladro.
Era un ex fratello.
Lorenzo lo sapeva.
Ma non parlava.
La sua spada era tornata silenziosa.
Come se aspettasse qualcuno.
Fu allora che si sentì un suono.
Non un Riff.
Un urlo.
“HIGHWAY TO HELL!”
La voce era roca, potente, e inconfondibile.
Jimmy Veleno era tornato.
Capelli ricci come onde distorte, pelle mulata che brillava sotto il neon, occhi pieni di fuoco.
La sua passione per gli AC/DC non era cambiata.
Ma qualcosa in lui sì.
Damiano lo abbracciò.
Non servivano parole.
Solo vibrazioni.
Jimmy si sedette sul marciapiede, accese un piccolo amplificatore portatile, e iniziò a raccontare.
“Il Traditore non è nato ieri.
Era uno di noi.
Suonava con me, con te, con tutti.
Ma non sentiva.
Voleva controllare.”
Jimmy raccontò di una jam session segreta, anni prima.
Un sottoscala a Bologna.
Il Traditore aveva provato a replicare la Frequenza con algoritmi.
Non con anima.
“Diceva che il Riff doveva essere perfetto.
Ma il Riff… è sporco.
> È sangue.
> È sbaglio.”
Lorenzo ascoltava in silenzio.
Poi si alzò.
> “Allora dobbiamo tornare là.
> Dove tutto è iniziato.”
Jimmy sorrise.
> “Ho ancora la chiave.”
Alle 22:22, il gruppo si rimise in viaggio.
Non per combattere.
Per capire.
Il Traditore non era solo un nemico.
Era uno specchio.
E Jimmy Veleno…
era la voce che poteva romperlo...

