Le città erano cambiate.
Non si trattava più di suonare.
Si trattava di custodire.
A Roma, sotto il Teatro Marcello, un gruppo di musicisti si riunì in silenzio.
Non per provare. Per vegliare.
Il Riff era stato liberato, ma ora rischiava di essere corrotto.
Damiano (Coroner) portava con sé la Red Special.
Non la suonava.
La teneva tra le braccia come si tiene un neonato.
Ogni tanto, la chitarra emetteva un suono da sola.
Un lamento. Un richiamo.
Ivan scriveva su spartiti che si bruciavano appena finiti.
Vanni batteva il tempo su tamburi che non esistevano.
Mitch accordava il silenzio.
Nel bunker di Berlino, le crepe si erano richiuse.
Ma da una, era uscita una figura.
Non aveva volto.
Solo un amplificatore al posto del petto.
Camminava per le strade, e ogni passo era un colpo di cassa.
Fabio (Jps) e Willo (Loko) lo seguirono.
Non per fermarlo.
Per ascoltarlo.
Ogni battito rivelava un frammento di verità:
il Riff non era più solo suono.
Era coscienza.
Alle 03:33, tutte le città si fermarono.
Non per paura. Per rispetto.
La Frequenza aveva scelto.
E chi l’aveva vissuta…
non poteva più tornare indietro.

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