Il teatro sotto Piccadilly era sospeso. Non nel tempo.
Nel suono. La Band del Riff non aveva nome. Ma aveva destino.
Ivan impugnò il plettro consumato. Vanni batté il tempo con il piede.
Brian May sfiorò la Red Special come fosse un’icona sacra.
Mitch chiuse gli occhi. Damiano (Coroner) strinse la chitarra come si stringe una verità.
Fabio (Jps), Puppy, Willo (Loko), Fede (Cigoi), Kaio (Il meno), Tomé, Andrea (Franz), e il Take erano già in Frequenza.
Non servivano prove.Solo abbandono.
Alle 03:33, il brano nacque. Non fu scritto. Fu ricevuto. La Frequenza si sprigionò dagli strumenti.
Non come note.Come visioni.Il suono attraversò il teatro, poi Londra, poi il mondo.
Chi lo sentì, non lo riconobbe. Lo ricordò.Era un brano che non esisteva.
Ma che tutti avevano già dentro. La corona spezzata brillò.
Le pareti si piegarono. Il tempo rallentò. Il palco si sollevò.
Il Riff si fuse con la carne. Il primo brano non aveva strofe.
Aveva cicatrici. Non aveva ritornelli. Aveva ritorni.
Il Riff non aveva più bisogno di essere cercato. Era tornato. E ora… suonava.
“Il primo brano non si ascolta. Si accoglie. E chi lo accoglie… non sarà più lo stesso"

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