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mercoledì 24 settembre 2025

Un giorno con Vanni

Il metallaro che predica tra ruggine e riff

Ore 9:00. Vanni si sveglia con una birra calda e un urlo. Non uno qualsiasi: un growl gutturale che fa scappare i gatti. Dice che è il suo modo di “salutare il mondo prima che lo deluda”. Indossa una maglietta dei Napalm Death bucata, pantaloni mimetici e un giubbotto di pelle con la scritta “Dio è un amplificatore rotto”. Ore 10:30. Si dirige verso il parco con la sua chitarra senza corde. Non la suona. La brandisce. Si siede su una panchina e comincia la sua “predica metallica": “Il sistema è un assolo stonato. La scuola è un pedale rotto. Il lavoro è un metronomo che ti uccide a tempo.” I passanti lo ignorano. I ragazzi lo ascoltano. Uno gli chiede: “Ma tu che lavoro fai?” Vanni ride: “Io sono il rumore che non puoi licenziare." Ore 13:00. Pranzo: pane raffermo, cipolla cruda, e una lattina di birra. Dice che il gusto è secondario, “l’importante è masticare con rabbia”. Poi tira fuori un taccuino: pieno di testi, disegni, frasi come “La musica è il mio coltello di carta”.Ore 15:00. Si ferma davanti a una scuola. Non entra. Si limita a urlare:“Non insegnate a stare zitti. Insegnate a fare casino.” Un professore lo minaccia di chiamare la polizia. Vanni risponde: “Chiamali. Ma digli che porto solo verità distorte.”  Ore18:15. Nel retro del negozio di strumenti, Vanni ha trovato rifugio tra amplificatori impolverati e Fender che sanno di storie vissute. Ha provato una Telecaster del ’72. Il suono era ruvido, sincero. Come lui. Il commesso gli ha chiesto se voleva comprarla. Vanni ha sorriso: “Le cose belle non si comprano, si meritano." Ore 19:30. Sul ponte, con le cuffie nelle orecchie e il mondo che scorre sotto, Vanni ha guardato il cielo incendiarsi. Ha pensato a tutto quello che non ha detto, a tutto quello che avrebbe voluto urlare. Ma poi ha capito: non serve gridare per essere ribelli. Basta vivere a modo proprio. 

" immagine Episodio Un giorno con Vanni è pronta: Vanni è al centro della scena, seduto tra vinili impilati, chitarre elettriche e fiamme che lambiscono il pavimento. Il suo sguardo è intenso, la stanza è avvolta da ombre gotiche e poster di band leggendarie decorano le pareti. È una giornata normale… per chi vive nel cuore del metal!"

                        

Il metallaro fuori di testa

Storia di uno che ha fatto del rumore la sua religione

Lo chiamano Il Vanni. Nessuno sa se è il nome vero o solo un soprannome nato tra birre e distorsioni. Vive in una roulotte parcheggiata dietro una discarica, con tre gatti e un amplificatore che ruggisce anche spento. Capelli lunghi, barba intrecciata, occhi che sembrano due riff di Slayer.

Ogni sabato, Vanni si presenta al parco con una chitarra elettrica senza corde. La tiene come fosse un fucile. Poi si siede, accende una cassa portatile, e urla. Non canta. Urla. Frasi sconnesse, versi di canzoni, bestemmie poetiche. I bambini lo guardano, i genitori lo evitano, ma i ragazzi lo ascoltano. Perché Vanni dice cose che nessuno osa dire.

Una volta gli ho chiesto: “Perché lo fai?” Mi ha risposto: “Perché il silenzio è il vero nemico. E io sono il suo incubo.”

🎶 Riff Ribelli è anche questo. Persone che non cercano palchi, ma battaglie. Voci che non vogliono essere educate, ma ascoltate. Il Vanni non è pazzo. È solo troppo vero per questo mondo finto. 

"immagine episodio Il Metallaro Fuori di Testa è pura furia metal: capelli arruffati, occhi infuocati, chitarra al cielo e amplificatori esplosi alle spalle. Le fiamme lo avvolgono, il palco è un campo di battaglia sonoro, e il riff è talmente potente che sembra squarciare l’aria."

Arrivederci, Leda

Le voci vere non spariscono, si trasformano

Leda se n’è andata come è arrivata: senza chiedere permesso. Ha lasciato un messaggio sullo specchio del bagno del bar, scritto con il rossetto: “Non mi aggiusto, ma mi sposto”. Nessuno sa dove sia andata. Qualcuno dice Berlino, altri parlano di un collettivo femminista a Marsiglia. Io so solo che la sua voce mi accompagna ancora.

Non è un addio. È un arrivederci. Perché le anime ribelli non si archiviano. Si aspettano. E quando tornerà — perché tornerà — Riff Ribelli sarà qui. Con il microfono acceso e il cuore pronto. 

"immagine Episodio Arrivederci, Leda: una chitarra elettrica conficcata in una tomba adornata da rose incandescenti, sotto una luna piena che illumina un paesaggio spettrale. Il titolo brilla come un ultimo riff nel vento, mentre le ombre si allungano tra alberi contorti e silenzi ribelli."