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giovedì 25 settembre 2025

Episodio 2 – Il Tour Fantasma

Era notte fonda. Vanni non riusciva a dormire. Dopo aver suonato il Riff Perduto con Ivan, qualcosa era cambiato. I sogni erano diventati distorsioni. Le ombre sembravano muoversi a tempo. E poi, quella mattina, trovò un volantino.

“I Figli del Riff – Tour Europeo 1989”  

Date, città, nomi. Ma nessuna di quelle date era mai esistita. Nessun locale, nessuna recensione, nessuna foto. Solo carta ingiallita e un logo che sembrava pulsare.

Vanni lo portò a Ivan. Lui lo fissò a lungo. “Questa è la mia band. Ma quel tour… non è mai partito. Il batterista sparì. Il bassista impazzì. E io… io dimenticai tutto.”

Decisero di cercare gli altri membri. Primo nome: Ruggero “Il Martello”, batterista. Ultimo avvistamento: un camper abbandonato in un parcheggio industriale a Bologna.

Lo trovarono. Il camper era coperto di graffiti, amplificatori rotti e poster strappati. Dentro, Ruggero stava suonando… ma non c’erano strumenti. Solo mani che battevano su superfici invisibili. “Il tour non è mai finito,” disse. “È rimasto sospeso. E ora ci sta chiamando.”

Ivan tremò. “Il Riff Perduto era solo l’inizio. Il tour fantasma vuole tornare. E noi dobbiamo suonare.”

Vanni accese il registratore. “Allora riscriviamo la scaletta. E stavolta, lo suoniamo tutto.”  

Immagine Episodio 2 – Il Tour Fantasma è da copertina metal! Una figura spettrale emerge dalle fiamme, brandendo una falce demoniaca, mentre una luna sanguinolenta splende nel cielo oscuro. Il design evoca l’energia di una notte infestata, con ombre e fuoco a contorno della scena."

Episodio 1 – Il Riff Perduto L'inizio

Vanni non dormiva da due giorni. Aveva trovato una cassetta nel fondo del baule di suo zio, ex chitarrista di una band dimenticata chiamata I Figli del Riff. La cassetta era nera, senza etichette, solo una scritta a mano: “Non suonarlo mai da solo.”

Ovviamente, Vanni lo suonò da solo.

Il riff era strano. Non era thrash, non era doom, non era nulla di conosciuto. Era come se il suono si piegasse su se stesso, come se ogni nota fosse un portale. Dopo tre secondi, le luci tremarono. Dopo cinque, il suo amplificatore iniziò a fumare. Dopo dieci, qualcuno bussò alla porta.

Era Ivan.

“Io l’ho già sentito,” disse, senza salutare. “Nel ’89. In un locale che non esiste più. Il chitarrista lo suonò, e il soffitto crollò. Da allora, nessuno ha osato registrarlo.”

Vanni lo guardò. “Ma è solo un riff.”

Ivan si avvicinò al mangianastri. “No, è un rituale. E tu l’hai risvegliato.”

Fuori, il cielo si fece viola. I cani ululavano. Il vicino metallaro iniziò a suonare Raining Blood senza sapere perché.

Ivan prese la chitarra. “Dobbiamo completarlo. Solo così possiamo chiuderlo.”

Vanni collegò il pedale distorsore. “E se lo completiamo?”

Ivan sorrise. “Allora il mondo sentirà il riff che non doveva esistere.”

E iniziarono a suonare.  

"immagine Episodio 1 – Il Riff Perduto l'Inizio- una chitarra spezzata come una spada maledetta, conficcata nel terreno di una landa desolata, mentre fulmini la colpiscono e fiamme la avvolgono. Sullo sfondo, una figura scheletrica osserva nell’ombra, come custode del riff dimenticato."

🌳 Un Incontro Inaspettato al Parco dei Metallari

(Cronaca di un pomeriggio che ha cambiato tutto)

Era un giovedì pomeriggio, il cielo grigio come una copertina dei Type O Negative, e Damiano aveva deciso di fare un giro al Parco dei Metallari. Un posto strano: panchine scolpite con testi dei Megadeth, altalene che cigolavano come intro doom, e un chiosco che serviva birra artigianale con nomi come Slayer IPA e Black Lager Sabbath.

Seduto sotto un albero, con le cuffie e Master of Puppets a volume assassino, Damiano stava scrivendo il prossimo post per il blog. Poi lo vide.

Un uomo, sulla cinquantina, giubbotto di pelle consunto, capelli lunghi e grigi, occhi che sembravano aver visto troppi concerti e troppe albe. Si avvicinò, si sedette accanto, e disse:Quella canzone… l’ho sentita dal vivo nel ’86. Cliff era ancora lì.”...

Damiano si girò. “Davvero?”  

L’uomo annuì. “Mi chiamo Ivan. E ho smesso di ascoltare musica quando ho smesso di crederci. Ma oggi… sento qualcosa.”

Parlarono per ore. Di concerti perduti, di vinili graffiati, di band che non esistono più. Ivan raccontò di quando aveva suonato in una band chiamata I Figli del Riff, e di come avevano aperto per i Death SS in un festival dimenticato.

Poi, come se il destino avesse un senso dell’umorismo, arrivò Vanni. Con una birra in mano e una maglietta dei Venom. “Ivan?” disse. “Tu sei il chitarrista che mi ha insegnato il primo riff!”

Ivan rise. “E tu sei quello che lo ha suonato meglio di me.”

Quella sera, sotto le luci fioche del parco, nacque qualcosa. Una jam improvvisata, con Damiano alla voce, Vanni alla chitarra, e Ivan che ritrovava le dita e il fuoco. I passanti si fermavano. Alcuni piangevano. Altri urlavano.

Il Parco dei Metallari aveva visto tante cose. Ma quella sera, vide la rinascita. 

"immagine Episodio “Un Incontro Inaspettato al Parco dei Metallari” Una figura solitaria in pelle e borchie siede su una panchina arrugginita, circondata da torce infuocate e alberi contorti. L’atmosfera è crepuscolare, urbana e carica di tensione: il parco diventa il palcoscenico di un destino ribelle."