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mercoledì 24 settembre 2025

Spese Folli su EMP: Cronaca di un Carrello Posseduto

Tutto è iniziato con una maglietta. Una semplice maglietta dei Slayer, nera, con il logo in rosso sangue. Damiano pensava: “Ne ho già tre, ma questa ha il taglio perfetto.” Click. Aggiunta al carrello.

Poi è apparsa la felpa dei Iron Maiden, quella con Eddie versione samurai. “Non posso lasciarla lì. Sarebbe un insulto alla mia adolescenza.” Click. Aggiunta.

Poi gli stivali New Rock. Borchie, pelle, suola che sembra costruita per calpestare l’ipocrisia. “Costano quanto un rene, ma chi ha bisogno di due?” Click.

Poi il vinile limited edition dei Powerwolf, con copertina lenticolare e sangue finto. “Non ho nemmeno un giradischi, ma è arte.” Click.

Poi il portachiavi a forma di teschio, il poster di Doro Pesch, il cappello da stregone metallico, il ciondolo di Lemmy, il grembiule da cucina dei Rammstein. Click. Click. Click.

Alla fine, il carrello sembrava un tour merch stand post-apocalittico. Totale: €742,89. Damiano fissava lo schermo. Il suo conto in banca lo implorava. Ma il cuore diceva: “Se non ora, quando?”

Click. Ordina.

Tre giorni dopo, il corriere lo guardò con rispetto. “È tutto per lei?” Damiano annuì. “È per la mia anima.” 

"immagine episodio Spese Folli su EMP: Cronaca di un Carrello Posseduto è pronta. Un carrello demoniaco infuocato, pieno di magliette, CD e borchie, sfreccia tra le corsie di un negozio online come se fosse uscito da un incubo metal. Le ruote bruciano, le fiamme si alzano, e il titolo svetta come un riff impazzito."

Il Concerto Maledetto – Parte II: L’Invasione del Feedback 🔥

La Fossa non era più solo un locale. Era diventata un portale. Dopo quella prima notte, nessuno osava avvicinarsi. Ma Damiano, armato di chitarra e incoscienza, decise di tornare. Non per suonare. Per evocare.

Aveva trovato un pedale distorsore dimenticato, marchiato con un simbolo che non era né runa né nota. Lo collegò all’amplificatore, accese tutto, e fece partire il riff. Non uno qualunque: il riff proibito, quello che si diceva fosse stato scritto da un chitarrista morto sul palco nel ’84, durante un’eclissi.

Il suono che uscì non era umano. Era un urlo cosmico, un lamento di amplificatori posseduti. Le casse tremarono, il neon esplose, e dal pavimento si alzò… qualcosa. Non era pubblico. Era feedback incarnato. Spiriti del metal, distorsioni viventi, ombre con giubbotti di pelle e occhi che pulsavano come VU meters impazziti..Damiano non smise. Anzi, alzò il gain. Il suono diventò un’arma. Le creature pogavano contro il muro, urlavano versi di canzoni mai scritte, e uno di loro — un demone con una Flying V incastonata nel petto — si avvicinò e disse: “Tu hai chiamato. Ora suona.”

E così iniziò il vero concerto maledetto. Damiano e la sua band — Riff Ribelli — suonarono per ore, accompagnati da esseri che non avevano nome, ma conoscevano ogni breakdown, ogni blast beat, ogni growl. Il tempo si piegò. La notte durò tre giorni. E quando tutto finì, il silenzio fu più assordante del suono.

La Fossa fu murata. Ma si dice che, se ascolti certi riff al contrario, puoi ancora sentire quel concerto. E se lo senti… non spegnere l’amplificatore. Mai. 

"immagine episodio Il Concerto Maledetto – Parte II: L’Invasione del Feedback è pura apocalisse metal: un demone infuocato scaglia riff devastanti da una chitarra posseduta, mentre amplificatori mostruosi urlano onde sonore che squarciano il cielo. Il palco è in fiamme, la folla è in delirio, e il feedback è diventato arma di distruzione."

Il Concerto Maledetto

 Cronaca di una notte che non doveva esistere)

Era il 6 giugno, alle 6:66 del pomeriggio — sì, l’orologio si era rotto, e nessuno osava aggiustarlo. Il locale si chiamava La Fossa, un ex mattatoio abbandonato alla periferia di Ravenna, dove l’umidità sapeva di sangue e amplificatori bruciati.

La band si chiamava Teschi di Ferro. Nessuno li aveva mai visti suonare, ma tutti ne parlavano. Si diceva che il loro batterista fosse scomparso durante un assolo, che il cantante avesse una voce capace di rompere le ossa, e che il chitarrista accordasse le corde con filo spinato.

Damiano era lì, in prima fila, con il giubbotto borchiato e le pupille dilatate. Il pubblico era una mandria di anime dannate: piercing, catene, occhi rossi e cuori neri. Nessuno era lì per divertirsi. Erano lì per essere distrutti.

Il primo riff fu come un’esplosione nucleare. Le casse tremarono, il soffitto si crepò, e un corvo cadde morto sul palco. Il cantante urlò: “Benvenuti all’ultimo concerto della vostra vita!” — e nessuno rise.Poi successe l’impensabile. Le luci si spensero. Il suono continuava, ma non c’era più nessuno sul palco. Solo fumo. Solo urla. Solo riff. Alcuni giurarono di aver visto il chitarrista levitare. Altri dissero che il basso suonava da solo. Una ragazza svenne, ma continuò a pogare.

Quando le luci tornarono, il palco era vuoto. Gli strumenti erano in fiamme. Il pubblico, in silenzio, uscì uno a uno, come sopravvissuti a un rituale. Nessuno parlava. Nessuno filmava. Nessuno dimenticava.

Damiano tornò a casa con le orecchie sanguinanti e il cuore accelerato. Scrisse sul suo blog: “Il metal non è musica. È possessione.”

"immagine episodio Concerto Maledetto è un incubo metal: uno scheletro in un mantello evoca un’ondata di fiamme con una chitarra metallara davanti a una croce rovesciata. Il palco è incendiato, la folla è un’ombra nell’inferno del rock, e il concerto sembra un rito oscuro di ribellione eterna."