Sono un metallaro nato sotto un assolo degli Iron Maiden e cresciuto tra le urla di Slayer e le lacrime di Opeth. Vivo tra concerti, birre calde, riff taglienti e sogni distorti. Questo blog è il mio rifugio, il mio palco, il mio grido. Se ami il metal, la verità cruda e le storie che bruciano, sei nel posto giusto. Riff Ribelli -Dove il Metal Diventa Mito
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domenica 19 ottobre 2025
Episodio 28 – Il Riff e il Giuramento
giovedì 16 ottobre 2025
Episodio 27 – Jimmy Veleno e l’Origine del Traditore
Il giorno dopo la fuga, il cielo sopra Milano era grigio come un amplificatore spento.
Damiano camminava lungo il Naviglio, con la Frequenza tornata al suo posto, ma qualcosa non tornava.
Il Traditore non era solo un ladro.
Era un ex fratello.
Lorenzo lo sapeva.
Ma non parlava.
La sua spada era tornata silenziosa.
Come se aspettasse qualcuno.
Fu allora che si sentì un suono.
Non un Riff.
Un urlo.
“HIGHWAY TO HELL!”
La voce era roca, potente, e inconfondibile.
Jimmy Veleno era tornato.
Capelli ricci come onde distorte, pelle mulata che brillava sotto il neon, occhi pieni di fuoco.
La sua passione per gli AC/DC non era cambiata.
Ma qualcosa in lui sì.
Damiano lo abbracciò.
Non servivano parole.
Solo vibrazioni.
Jimmy si sedette sul marciapiede, accese un piccolo amplificatore portatile, e iniziò a raccontare.
“Il Traditore non è nato ieri.
Era uno di noi.
Suonava con me, con te, con tutti.
Ma non sentiva.
Voleva controllare.”
Jimmy raccontò di una jam session segreta, anni prima.
Un sottoscala a Bologna.
Il Traditore aveva provato a replicare la Frequenza con algoritmi.
Non con anima.
“Diceva che il Riff doveva essere perfetto.
Ma il Riff… è sporco.
> È sangue.
> È sbaglio.”
Lorenzo ascoltava in silenzio.
Poi si alzò.
> “Allora dobbiamo tornare là.
> Dove tutto è iniziato.”
Jimmy sorrise.
> “Ho ancora la chiave.”
Alle 22:22, il gruppo si rimise in viaggio.
Non per combattere.
Per capire.
Il Traditore non era solo un nemico.
Era uno specchio.
E Jimmy Veleno…
era la voce che poteva romperlo...
lunedì 13 ottobre 2025
Episodio 26 – Il Riff e la Fuga
Milano era immersa in un silenzio innaturale.
Non il silenzio della notte.
Ma quello che precede il tradimento.
Damiano si svegliò di colpo.
Il jack vibrava sul comodino.
Non emetteva suono, ma un impulso ritmico, irregolare.
Come un cuore che batte fuori tempo.
Nel seminterrato del Conservatorio, la Frequenza era custodita.
Un nucleo sonoro, antico e instabile, capace di risvegliare memorie e piegare la realtà.
Era lì, protetta da rune armoniche e accordi dimenticati.
Fino a quella notte.
Il Traditore si era mosso.
Silenzioso, preciso.
Aveva disattivato i sigilli, bypassato le distorsioni di sicurezza, e rubato la Frequenza.
Non il suono. La sorgente.
Alle 03:03, un amplificatore si accese da solo nel centro di Milano.
Non emise musica.
Solo un battito. Accelerato. also.
Una Frequenza contraffatta.
Damiano lo percepì come un dolore dietro gli occhi.
Lorenzo, l’Angelo Poeta, si alzò in silenzio.
La sua spada non brillava.
Bruciava.La band si radunò.
Ivan, Mitch, Vanni, Puppy, Willo, Jps, Fede, Kaio.
Ognuno con il proprio strumento, ma nessuno suonava.
Era tempo di inseguire.
Il Traditore correva sui tetti, con la Frequenza chiusa in una valigetta blindata.
Ogni passo lasciava dietro di sé un’eco distorta.
Ogni salto, una nota sbagliata.
Vanni e Mitch lo inseguivano tra le antenne e i neon.
Puppy urlava nel microfono spento, cercando di richiamare la Frequenza.
Ma lei… non rispondeva.
Gli Iron Maiden apparvero sulle terrazze.
Non suonavano. Osservavano.
Bruce incrociò lo sguardo di Damiano.
Un cenno. Un patto silenzioso.
Il Traditore raggiunse il ponte di ferro sopra il Naviglio.
Si fermò.
Aprì la valigetta.
Dentro, solo silenzio.
La Frequenza non si lascia rubare.
Si lascia scegliere.
Damiano si avvicinò.
Non disse nulla.
Solo suonò.
Una nota.
Una sola.
Il Traditore cadde in ginocchio.
Non per dolore. Per vergogna.
Lorenzo si avvicinò.
Appoggiò la spada sul metallo del ponte.
Il suono si propagò come un’onda.
E la Frequenza tornò a casa.
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